Storia

Un tempo libero nel fondovalle, poi addomesticato per l’agricoltura, il fiume Laveggio si è trovato in pochi decenni a scorrere in un territorio fortemente urbanizzato, dove è stato sostanzialmente dimenticato. Fortunatamente alcune aree naturali di pregio sono sopravvissute. Nel 2023, un progetto unico nel suo genere le ha restituite alla comunità come area di svago di prossimità.


Il Laveggio
 

Il fiume Laveggio nasce a Stabio e si tuffa nel lago a Riva San Vitale, attraversando buona parte del Mendrisiotto. Normalmente di portata modesta, in caso di forti precipitazione raccoglie velocemente l’acqua dei pendii circostanti. In passato ha causato delle notevoli esondazioni, per questo i nuclei abitati si sono sviluppati lontani dal fiume. Nell’800 il Laveggio è stato incanalato per bonificare il fondovalle, mentre nel secolo successivo si è trovato a convivere con i grandi assi di trasporto ed è diventato lo scarico delle industrie che hanno man mano sostituito i campi. Negli anni ’70 l’acqua ha raggiunto dei livelli di inquinamento insostenibili. I continui riversamenti di scarti, acidi e idrocarburi l’hanno resa invivibile e i pesci sono quasi del tutto scomparsi. Oggi la situazione dell’acqua è molto migliorata, ma il fiume si trova a scorrere in un territorio sviluppato in modo caotico, dove convivono zone residenziali, zone industriali, paesaggi agricoli, aree naturali e infrastrutture viarie.


L'idea
 

Il progetto del Parco del Laveggio nasce dalla volontà di proteggere le ultime aree verdi del fondovalle. L’idea sviluppata dall'associazione Cittadini per il territorio, con l’architetto Tita Carloni, ha portato nel 2018 alla pubblicazione del manuale “Parco del Laveggio – Progetto modello”. Lo studio ha dimostrato come il corso d’acqua possa essere considerato una sorta di spina dorsale attorno alla quale creare un parco che, in un contesto urbanizzato in modo dispersivo, serva da elemento strutturante e di collegamento per la mobilità lenta e per lo svago di prossimità, oltre a fungere da corridoio ecologico.


La concretizzazione
 

Il Progetto Modello è molto ben accolto dai Comuni e dal Cantone, che iniziano a sviluppare alcune delle idee proposte. Per collegare gli interventi, nel 2020 l’Associazione commissiona un progetto per migliorare la fruibilità dei percorsi pedonali e creare un identità unitaria del Parco. Durante il 2023, denominato l’Anno del Laveggio, vengono realizzati nuovi sentieri, un percorso didattico e zone d’ombra, sono posate panchine e segnaletica. Grazie alle donazioni e al lavoro di scuole e di volontari vengono piantati alberi, cespugli e aiuole fiorite, rimossi rifiuti e contenute le piante invasive. Oggi il Parco è percorribile a piedi senza interruzioni di rilievo e quasi sempre lungo l’argine, diventando a tutti gli effetti un’area verde di prossimità per gli abitanti del Mendrisiotto.


Il futuro
 

Il Parco del Laveggio rimane un work in progress. Nei prossimi anni sono previsti diversi progetti importanti che lo riguardano da vicino: la valorizzazione del fiume tra le piscine e la foce promossa dal Corsorzio arginature e dai comuni di Riva San Vitale e Mendrisio, la riqualifica del comparto Valera per opera del Cantone e la continuazione del ripristino dell’infrastruttura ecologica coordinata da WWF Svizzera italiana. Altre iniziative più puntuali miglioreranno l’esperienza per l’utenza. Anche tu puoi partecipare condividendo le tue idee, facendo una donazione in favore della biodiversità e partecipando alle attività di volontariato.


Hanno condotto il progetto
 

Direzione del progetto
Associazione Cittadini per il territorio
 

Progettazione
Atelier PeR architetti
 

Immagine e promozione
Studio Hug 
 

Consulenza ambientale
Trifolium 
 

Comunicazione
Giada Peter 
 

Progetto modello
 

Direzione del progetto
Associazione Cittadini per il territorio
 

Studio preliminare con coinvolgimento pubblico
Claudia Scholz e Louise Brandberg Realini (Codesigners)
 

Analisi ambientale
Trifolium